La bandiera ( da banda, “striscia colorata”) è un oggetto particolare, il cui utilizzo risale a un passato molto remoto. Essa è un simbolo che serve per comunicare, segnalare qualcosa. Ad oggi possiamo vedere l’uso della bandiera in molti campi: per identificare una nazione, uno schieramento politico, per tifoseria. La bandiera può essere anche il simbolo di un club, oppure una semplice decorazione, come si vede ad esempio sulle pareti dei pub. In nautica le bandiere sono invece essenziali per comunicare attraverso il codice internazionale nautico.
Ma la bandiera ha una storia molto lunga, che l’ha vista trasformarsi in forme, colori e utilizzi più disparati. Facciamo un breve salto nel passato a grandi passi per identificare le tappe essenziali che hanno determinato la sua forma attuale.
Già dal 1000 a.C. si trovano le prime testimonianze di utilizzo di bandiere: egizi, romani, greci ne facevano uso per scopi militari e non solo. Anche nella Bibbia si parla delle bandiere delle tribù d’Israele. Durante il Medioevo si utilizzavano bandiere di diversa foggia e nome, a seconda dell’uso che se ne faceva: vessillo per i combattimenti, guidone come insegna militare, gonfalone per il capitano del popolo etc.
Durante le crociate apparvero le prime bandiere simili a quelle che si usano oggigiorno: croci di colori diversi, utili per identificare l’origine dei crociati in terra santa. Solo con la fondazione degli stati moderni nasceranno le prime bandiere nazionali, in cui identificarsi come popolo.
Le bandiere nazionali più antiche sono quelle dell’Albania (con l’aquila a due teste), della Catalogna e della Danimarca. Quest’ultima porta la famosa croce scandinava che è stata utilizzata anche nelle bandiere degli altri paesi nordici.
La prima bandiera che fu creata da un popolo, non da un sovrano, per identificarsi contro un nemico, è quella della Sicilia: risale al 1282 in occasione dei Vespri Siciliani.
Tutti i grandi cambiamenti storici (guerre, rivoluzioni etc.) sono stati quindi spesso accompagnati da cambiamenti vessillogici: la Rivoluzione francese portò l’innovazione del tricolore, poi ripreso da molte altre bandiere nazionali, fra cui quella italiana. Prima di tale avvenimento la bandiera era la semplice rappresentazione della casata regnante, quindi non un simbolo in cui una nazione potesse identificarsi.
Un’altra innovazione importante la portò la Rivoluzione d’Ottobre: la scelta di una semplice bandiera rossa come simbolo dell’Unione Sovietica e dei valori che la rivoluzione portava. L’utilizzo di semplici bandiere rosse si diffuse poi anche nel resto del mondo come simbolo di rivolta e sovvertimento del potere costituito.
Nel corso del tempo l’utilizzo della bandiera è andato evolvendosi. Oltre agli utilizzi più canonici e formali (ambito militare, nautico e cerimoniale), la bandiera è diventata un ottimo mezzo di comunicazione commerciale. Molti esercizi commerciali oggi fanno uso di bandiere di vario tipo per segnalare e pubblicizzare eventi e attività. In ogni utilizzo che se ne fa, la bandiera resta comunque un oggetto che ci informa, ci comunica qualcosa.
Vediamo ora come si compone generalmente una bandiera nazionale: possiamo dire che si suddivide in quattro parti, quattro quadranti per l’esattezza. I due quadranti vicini l’asta si dicono all’asta, gli altri due al battente. Il quadrante in alto all’asta si chiama anche cantone e può contenere un disegno. Non mancano però eccezioni di bandiere nazionali con forme non quadrangolari, vedi quella del Nepal.
Le bandiere nazionali vengono utilizzate in molti ambiti e hanno diversi utilizzi. Si possono suddividere in famiglie a seconda della loro composizione. Vediamone alcune dal mondo:
Ci sono moltissimi altri tipi di bandiere nazionali: quelle panarabe, i cui colori si ispirano a quelli della bandiera della rivolta araba di Hegiaz del 10 giugno 1916, ovvero nero, verde, bianco e rosso. Questa tipologia si ritrova spesso nelle bandiere del Medio Oriente (Egitto, Iraq, Emirati Arabi, Siria).
Le bandiere panafricane si ispirano principalmente ai colori della bandiera etiope (rosso, giallo, verde) come il Burkina Faso, Congo, Guinea, Mali etc. e ai colori dell’UNIA (rosso, nero, verde) come Kenya, Malawi e Sudafrica.
Ci sono anche bandiere nazionali che si ispirano ai colori della bandiera dell’Unione Europea: stiamo parlando di Bosnia e Kosovo, paesi che hanno ottenuto l’indipendenza relativamente da poco tempo, e avevano bisogno di una nuova bandiera per rappresentare la propria nazione. La bandiera dell’UE rappresenta anche il consiglio d’Europa. Le 12 stelle non rappresentano i paesi dell’UE, bensì sono simbolo dell’armonia e solidarietà che dovrebbe caratterizzare il rapporto fra gli stati membri.
Adesso facciamo un excursus inerente le bandiere italiane, quelle regionali, comunali e provinciali. Vediamone alcune tra le più conosciute e la loro storia.
Una delle bandiere regionali italiane più famose è sicuramente quella della Sardegna. La celebre bandiera dei Sos battos moros (i quattro mori) fu adottata ufficialmente dalla regione nel 1950, ma affonda le sue origini nel Medioevo. Nella bandiera figura la croce di San Giorgio e quattro teste di moro bendate che rappresentano i quattro re saraceni sconfitti dagli aragonesi durante la battaglia di Alcoraz in Spagna. Per questo motivo è molto affine alla bandiera corsa (che raffigura una testa di moro), ma il motivo per cui divenne vessillo sardo rimane avvolto dal mistero.
Un’altra bandiera regionale molto nota è quella della Sicilia, raffigurante una triscele (o trinacria) con testa di gorgone. Fu creata dallo stesso popolo siciliano durante la rivolta dei Vespri.
Le bandiere delle province contengono perlopiù stemmi, elaborati e colorati in varie fogge. La bandiera della provincia di Venezia presenta il caratteristico leone alato, simbolo dell’evangelista San Marco. Il leone marciano compare sovente in tutti i luoghi che sono stati sotto il dominio della Repubblica Veneta, poiché san Marco è patrono della città di Venezia.
La provincia di Napoli ha un cavallo rampante nero su sfondo giallo, poiché da tempi antichi la razza di cavalli napolitani era considerata molto pregiata, e diventò quindi simbolo di questa zona.
Altro vessillo molto interessante è quello della provincia di Verona, che raffigura una scala bianca su sfondo rosso: essa rappresenta l’onore conseguito da una grande fatica, ma probabilmente deriva anche dal fatto che a Verona regnò per lungo tempo la famiglia Della Scala.
Tra le bandiere comunali più note c’è sicuramente quella di Milano, che riprende quella del Ducato di Milano: la croce rossa di San Giorgio su sfondo bianco. La testimonianza più antica della bandiera risale al 1155 e pare che essa fu donata ai milanesi da papa Gelasio I.
Un’altra bandiera degna di nota è quella del comuno di Roma : uno scudo gotico color oro e porpora, con croce greca seguita dal motto S.P.Q.R. (Senatus populus que romanum). Fu adottato ufficialmente nel 1884. I colori rappresentano l’Impero romano e la Chiesa cattolica.
Ora vediamo bandiere completamente diverse, utilizzate per scopi principalmente inerenti il marketing.
La bandiera può rivelarsi molto utile anche in ambito pubblicitario, in occasione di eventi, per segnalare la presenza di un negozio etc. durante showroom, per l’allestimento di stand in fiere o centri commerciali. A seconda della grandezza, del tipo di stampa e di supporto, possono essere più o meno economiche, il tutto dipende a cosa servono. Sono personalizzabili, e quindi estremamente comode per pubblicizzarsi con facilità, anche da grandi distanze. Vediamone alcuni tipi.
Bandiere personalizzate: le bandiere sono un oggetto semplice ed efficace per comunicare al mondo il proprio messaggio, soprattutto se stiamo parlando di un messaggio commerciale ( ma non dimentichiamoci anche delle tifoserie, delle cerimonie istituzionali, eventi etc.). Come dicevamo prima, il tessuto nautico permette di ottenere risultati ottimali e duraturi nel tempo, oltre che una facile stampabilità del materiale. Con tutte le tecnologie che ci sono al giorno d’oggi, avere la propria bandiera resta in ogni caso uno dei modi più semplici per pubblicizzare in modo economico, ecologico ed efficace.
Per quanto riguarda la stampa su bandiere, bisogna innanzitutto specificare che esistono diversi tipi di materiali che è possibile utilizzare. I tessuti principalmente utilizzati sono il poliestere nautico, che come dicevamo prima è tra i migliori materiali in circolazione per fabbricare bandiere di alta qualità, e poi il poliestere leggero, utilizzato per produrre bandiere economiche, soprattutto bandiere da stadio e foulard.
Ci sono molte tecniche per stampare sulle bandiere, le principali sono: stampa serigrafica o digitale. La prima utilizza di un massimo di 8 colori, può essere a dispersione o a rotazione. La stampa digitale permette di effettuare trattamenti specifici, ovvero può rendere il materiale ignifugo, impermeabile, resistente ai raggi UV a seconda delle esigenze.
Per ogni tipo di bandiera c’è il supporto adatto. Se si tratta di bandiere nazionali, il supporto necessario è sicuramente un asta o un pennone. Possono essere in alluminio, fiberglass etc. di altezze varie a seconda delle esigenze. Se invece stiamo parlandi di beachflag o bandiere a vela, il supporto più adatto è una piantana, una water bag o un car foot. Il tutto dipenda dal tipo di bandiera.